Nell’anno 1877 fu costituito un "Comitato dei Ragionieri Modonesi" per lo studio della ragioneria, ad iniziativa del prof. Parisi. Il comitato divenne "Collegio dei Ragionieri Modenesi" nel 1888, proponendosi di: "promuovere e diffondere gli studi, sia teorici che pratici, in materia di Amministrazione, Ragioneria e Commercio, di promuovere la sanzione legale dei diritti nell’esercizio della professione, di curare il completo adempimento dei doveri inerenti la professione e di tutelare presso le pubbliche autorità ed in confronto ai terzi l’interesse morale e materiale della professione".
Il Collegio contava 51 iscritti, che pagavano, al mese, una tassa di lire 1,50.
Nell’anno 1906 venne, infine, istituito per legge, in ogni provincia, il "Collegio" per l’esercizio della professione di Ragioniere.
Vi erano iscritti ragionieri di età e di estrazione sociale diversa i quali parteciparono in misura, sempre più consistente, allo sviluppo delle attività industriali e commerciali della provincia. Quegli uomini superarono le due grandi guerre mondiali e tante altre problematiche legate a normative e vicende razziali che sconvolsero il paese: evidentemente la stoffa o la pasta con cui erano vestiti o costruiti, erano tali da transitarli, vivi e vegeti, sino agli anni a seguire dopo l’ultima guerra. E’ il periodo del miracolo economico, della grande ripresa delle attività, dell’inizio della creazione dei vari settori produttivi, dell’unione di uomini e risorse finanziarie che, nella provincia di Modena, più che altrove, richiese la specializzazione, il buon senso e l’equilibrio di un sempre maggior numero di esperti per favorire la costituzione di società, la stesura di accordi, la ricerca di capitali e la pianificazione delle iniziative imprenditoriali: quegli uomini erano ragionieri.
Nel dicembre dell’anno 1952 il Parlamento affidò al Governo la delega per la riforma degli ordinamenti delle professioni di Esercente in economia e commercio e di Ragioniere. Nell’ottobre del 1953, con apposito decreto presidenziale, nacquero rispettivamente: l’ordinamento della professione di dottore commercialista (D.P.R. 27.10.53 n. 1067) e quella di ragioniere e perito commerciale (D.P.R. 27.10.53 n. 1068).
Le norme che presidiavano i due ordinamenti erano esattamente uguali, sia nella forma che nella sostanza; la composizione del primo Ordine dei Dottori Commercialisti fu costituita da iscritti al Collegio dei Ragionieri, in possesso della laurea in economia e commercio, in quanto si potevano avvalere della prevista facoltà di scelta a quale ordinamento iscriversi. A quell’epoca la presidenza del Collegio dei Ragionieri di Modena venne affidata al rag. Dante Cavazzuti. Professionista assai noto in città e nella provincia, da molti considerato uno dei sostenitori principali dello sviluppo della cooperazione, uomo molto stimato dalle istituzioni e per tale motivo scelto per prestigiosi incarichi di natura pubblica.
Nell’anno 1955 si avvicendò nella carica di Presidente, il rag. Arcangelo Ricci, professionista serio e competente che mantenne la guida del Collegio sino all’anno 1962. A far tempo da quella data venne chiamato alla presidenza il rag. Franco Zanetti, vivace ed indomito professionista.
Il Collegio di Modena, in quel periodo, si rese protagonista di una serie di iniziative che, poi, nel tempo, si diffusero sull’intero territorio nazionale. Infatti fu, in particolare, tra i protagonisti nella fondazione dell’Unione Regionale dei Collegi dell’Emilia Romagna (prima in Italia) composta dagli otto Collegi presenti nella regione (mancava quello di Rimini in quanto non ancora costituito). Ancora fu tra i primi ad avanzare, presso le competenti autorità, la richiesta che, agli iscritti al Collegio, al di là del riconoscimento della pertinenza tecnica in materia di ragioneria, di tecnica commerciale e di economia aziendale, nonché di amministrazione e tributi, venisse riconosciuta in via "esclusiva" la competenza, quanto meno, su una o più delle materie suindicate.
Si avvertiva, sin da quei tempi, che l’assenza di concessioni univoche, avrebbe nei fatti consentito un proliferare di personaggi di varia estrazione e di associazioni tra artigiani ed imprenditori piccoli e grandi, pronti tutti ad appropriarsi delle attività riconosciute "di competenza" dei ragionieri e dei dottori commercialisti, con le conseguenze oggi sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, l’esistenza di due diversi ordinamenti, assolutamente uguali, consentiva all’autorità di respingere la richiesta in quanto "l’esclusiva" o penalizzava uno degli ordini o non sarebbe stata tale se attribuita ad entrambi.
Negli anni '70, il Collegio trasferiva la sede in locali propri (in precedenza ospite nei locali dello studio del Presidente) in via Campanella ed alla presidenza, nell’anno 1977, veniva chiamato il rag. Bruno Bergonzini, a seguito della scomparsa del rag. Franco Zanetti. Già in quegli anni l’arrivo di nuovi iscritti si stava attenuando in quanto, l’accresciuto tenore di vita delle famiglie facilitava ai giovani l’accesso alle facoltà economiche, presso le Università e, quindi, la logica preferenza all’esercizio della professione del "dottore commercialista".
Nell’anno 1991 venne chiamato alla presidenza chi scrive. Agli inizi dell’anno 1992 il Collegio portava la propria sede in locali più acconci alla dignità della categoria, in uno stabile ristrutturato in San Giovanni del Cantone, contribuendo così a dare maggiore visibilità all’ immagine esterna della categoria. Tra i tanti problemi che all’epoca si avvertivano, vi era quello dell’abusivismo dilagante, per cui si avviarono iniziative giudiziarie su più fronti, con esiti formalmente vincenti ma, in pratica, assolutamente improduttivi.
Venne sostenuta la nomina al Presidente del Consiglio Nazionale dei Ragionieri, nella persona del rag. William Santorelli, "adottandolo", quale rappresentante della regione Emilia Romagna, convinto assertore della unificazione delle due professioni, come lo è sempre stato il Collegio modenese. Tale scelta, nel tempo, si è dimostrata, alla luce del risultato ottenuto, vincente; molti dottori considerano l’unificazione una loro "sconfitta", in realtà, è giudizio di chi scrive, si è ottenuta la vittoria di tutti gli esercenti la professione nel mondo economico e delle imprese.
Si avviarono, sempre in quel periodo, costruttivi rapporti di collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti (Presidente Carlo Sernicoli, poi, Luisa Cantaroni, poi Angelo Zanetti, ed infine Claudio Gandolfo) che riguardavano, tra l’altro, l’organizzazione dei convegni e seminari, la difesa dell’immagine degli iscritti, sino ad anticipare la scelta di una sede comune, senza dimenticare nuovi e più stretti rapporti con l’Autorità Giudiziaria, con l’Università (a questo proposito vale ricordare che, alla istituzione del corso di laurea breve, il Collegio partecipò attivamente, con propri rappresentanti, ed anche con un proprio impegno finanziario), con le Autorità Comunali.
Con il 31 Dicembre 2007 è stato sciolto il Collegio dei Ragionieri di Modena, il 1° Gennaio 2008 è stato istituito l’Ordine territoriale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena: la contemporanea morte e nascita dei suddetti ordini, ha costituito un evento di assoluto rilievo che, nel tempo, darà frutti e soddisfazioni a tutti coloro che Vi hanno partecipato ed a quelli che verranno di seguito.